Lago
Demoniaco di Pilato
The Fourth Great
Trek to Pilates Lake...
The Picture speaks
for itself.
A Lake without mice.
Couldn't make it this year on account of twisted knee.
Then broken foot.
No no, these are not Native American friends but physical facts.
So this account is written by Lili.
It's in Italian but so is she and I'm sure you'll manage, it's such
a lovely language.
Mice, December 2002.
Era un giorno di
metà agosto quando con altri due amici partimmo per una gita
al lago di Pilato.
Molti mi avevano parlato di questo lago come di un posto misterioso,
carico di "presenze".
Naturalmente la cosa mi aveva incuriosita ed ero contenta di andarci,
ma nello stesso tempo qualcosa mi si opponeva, senza peraltro capire
cosa fosse quel malessere che mi dava una gran pesantezza alla testa.
Dapprima pensai che ciò fosse dovuto alla mancanza di Mice, che
non aveva potuto unirsi a noi; ma a causa del persistere di quello strano
sentire non riuscivo a capacitarmi.
Forse una sosta caffè sarebbe riuscita a ristabilire gli equilibri?
Ci inoltrammo su per una stradina tutta accidentata, sassosa e scivolosa
e a mano a mano che si saliva tutti e tre ci facemmo silenziosi, assorti:
c'eravamo calati ognuno nel proprio mondo interiore.
Camminavo con grande vigore davanti a loro senza provare nessuna stanchezza
fisica, anzi
Il paesaggio era bellissimo e la veduta nell'insieme trasmetteva una
grande forza: una energia forse sinistra si levava dai monti vicino
a noi, accompagnandoci.
Le pietre sotto i piedi diventavano sempre più dure, così
come i nostri pensieri: i fantasmi della mente si erano svegliati e
stavano spingendo per uscire.
A questo punto provai una grande senso di pesantezza che mi schiacciava:
stavo precipitando dentro me stessa. Volevo uscire da questa assurda
sensazione, da questo incubo, guardandomi intorno come in cerca di appigli.
Neanche la bellezza del posto mi fu di aiuto, niente mi poteva aiutare.
Mi sentivo mangiare.
Era un sentimento che già avevo, forse, dentro, ma che solo adesso
saliva a galla: qualcosa di arcaico che finalmente trovava la sua giusta
strada.
Nella mente c'erano pensieri turbolenti, carichi di odio, di rabbia
e passioni represse. Paure.
No, non erano miei quei sentimenti: era una forza oscura e sinistra
che proveniva dal luogo e che interferiva con la mia "frequenza".
Era difficilissimo restare indifferenti e saldi di mente a questa pressione
che staccava il corpo dalla mente. Difficile e faticoso.
Poi, la voce di un escursionista mi riportò alla realtà,
indicandomi una roccia che aveva assunto l'aspetto di un volto. Come
alzai lo sguardo ebbi modo di vedere non tanto il volto di un uomo,
ma quello di una donna. E tutt'intorno nella montagna apparvero i profili
di altri volti di donna, due, dieci, venti volti che volevano essere
guardati per significare la loro presenza di madri, protettrici delle
montagne, guardiane nei secoli di luoghi magici e incantati.
Luoghi che meritano di essere amati, conservati e vigilati attraverso
la loro costante presenza disinteressata e animata solo dallo sguardo
severo e attento.
Luoghi che meritano di essere difesi dai racconti di leggende che parlano
di maghi e negromanti intenti a pratiche occulte e rituali maligni
luoghi definiti
demoniaci perché lì sembra che avvenissero i contatti
con il demonio. E chiunque trasgrediva alla regola e si inoltrava oltre
i limiti stabiliti veniva martirizzato e bruciato.
Sembra che sia questo il motivo che portò la Sibilla a trovare
rifugio in queste montagne.
E forse fu questo il significato del mio sentire: ero arrivata nel tempio
della Sibilla.
Un piccolo specchio d'acqua era tutto quello che restava del lago di
Pilato. Una vera delusione.
Alla mia destra avevo una parete rocciosa e quelle montagne ancora una
volta portano scolpite nella roccia dei visi. Gli stessi visi e le stesse
montagne che mesi prima avevo visto in sogno.
Ero forse ancora in sogno? Mi batteva il cuore come non mai, perché
tutto era come nel sogno: le montagne assumevano forme plastiche che
continuamente cambiavano espressione e si muovevano e mi parlavano con
la durezza e la freddezza della pietra, tuttavia sentivo che la parola
della montagna parlante era schietta e sincera. Ma ora non si trattava
di un sogno, io ero lì, di fronte alla montagna parlante, che
esisteva. Che poteva significare tutto ciò? Quale viaggio avevo
iniziato nella terra della Sibilla? MISTERO.
Nonostante tutto iniziavo a sentirmi bene, a riappropriarmi delle mie
forze e della mia mente.
Tutto si era placato. Ora mi sentivo tranquilla: le guardiane mi avevano
accolto nei loro luoghi, mi avevano accettata.
Quanto al lago di Pilato, o meglio, Bilatus, viene considerato il lago
della vita-morte, ovvero il lago dove presumibilmente la Sibilla sciamana
andava ad attingersi e rifugiarsi. Luogo fatto di misteri e segreti,
luogo di donne sapienti, che portavano la conoscenza della natura con
i loro sortilegi di streghe o con rimedi di semplici donne o guardiane
di pietra che ancora diffondono la loro presenza e che hanno lasciato
in quei luoghi il segreto della vita e della morte.
Quella breve gita al lago di Pilato è durata un breve pomeriggio
ma è stato il viaggio di una, due, cento vite.
Al ritorno trovammo Mice con un piede rotto: era inciampato sulla scala.
Coincidenza?
Tutto o quasi rimarrà nel mistero, al di là della nostra
conoscenza, come d'altra parte vuole l'esistenza. La nostra esistenza.
Lilith
quests@physikgarden.com
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